domenica 5 aprile 2015

Buona Pasqua!!

Eccomi qui... in Cattedrale per la solenne celebrazione della Pasqua.

Ultima tappa del mio cammino: per la messa di mezzogiorno sono entrato alle 10.30 ... tanta la gente che vuole assistere al rito del Botafumeiro ... il servizio d'ordine ha il suo da fare.

In questi giorni a Santiago, dove mi ha raggiunto Antonella (e l'ho finalmente riabbracciata dopo 15 giorni), si sono svolte decine di processioni e riti della passione: anche la banda musicale del regio esercito ha dato il suo contributo accompagnando la via crucis di ieri sera.
Le confraternite incappucciate hanno ripercorso le diverse fasi della passione attraversando la parte antica della cittá... anche i bambini hanno fatto la loro parte con i colori di appartenenza alla propria confrarìa. A vederli sia a me che alla mia compagna si sono inumiditi gli occhi dalla contentezza!

Seduti in un bancone, giá alle 11.05 eravamo pigiati come sardine in scatola... la chiesa era giá sold out..ogni posto occupato... anche le gradinate alle spalle delle navate... gente da tutto il mondo...

Adesso inizia la celebrazione.... al termine il mio blog si conclude: è ora di tornare a casa.

Grazie a chi ha letto, a chi ha commentato: spero sia piaciuto.

Ringrazio tutti coloro che mi hanno mandato messaggi di incoraggiamento nei momenti più difficili.

Ringrazio Antonella che comunque ha fatto sì che il mio sogno, il mio cammino si avverasse... anche per avermi raggiunto. È una donna speciale!

Buona Pasqua da Santiago!

ULTREYA ET SUSEYA
DEUS ADJUVA NOS

giovedì 2 aprile 2015

Cattedrale

Come giá sapevo prima di partire, la cattedrale è sottoposta a lavori di restauro: alcuni dei riti dei pellegrini come varcare il Portico della Gloria e porre la mano sulla colonna centrale, nel solco delle cinque dita in essa scavato da milioni di mani in centinaia di anni a titolo di ringraziamento, non è permesso... sará per il prossimo Camìno.
Entro da Plaza da Inmaculada ovvero dall'uscita: ho subito di fronte a me il botafumeiro detto anche turibulum magnum (incensiere gigante) che viene acceso durante le solenni celebrazioni e fatto pendolare da decine di membri della Confraria de Santiago.
Mi dirigo di fronte all'altare: stupendo barocco dorato posto in una chiesa che riporta ancora lo scheletro romanico. Mi metto in fila per dare l'abbraccio alla statua dell'Apostolo: purtoppo non si possono fare foto e sotto stretto controllo di un membro della predetta confraternita non si può nemmero indugiare un pò di più nell'abbraccio....
Scendo le scale di marmo ormai consunte e mi dirigo nella cripta ove riposa il Santo.... momenti di commozione e raccoglimento nel vedere l'urna d'argento contenente le reliquie... lunghi brividi in tutto il corpo... non esiste unitá di misura nè adeguata parola per descrivere le sensazioni provate...
Ma la gente è tanta, quindi mi ripropongo di tornare nei prossimi giorni ed esco da Plaza das Praterias ovvero dall'entrata....

Finalmente arrivato!

Dopo aver attraversato nel buio più totale i boschi che si stendono sulle colline appena fuori Pedrouzo facendomi luce con lo spot del cellulare, proseguo il mio cammino: il tempo passa ma anche i chilometri... dopo aver attraversato Lavacolla, aggirato l'aeroporto di Santiago sulla cui recinzione ho ritrovato le croci manufatte come a Rabanal del Camìno e dopo essere giunto al Monte do Gozo (il monte della gioia... chiamato così dagli antichi pellegrini che vedevano dopo un lungo viaggio le torri della cattedrale) dov'è possibile visitare la cappella di San Marco e ammirare il monumento raffigurante Papa Giovanni Paolo II pellegrino, entro finalmente in Santiago.
Il passo diventa stranamente più veloce e non sento più la stanchezza... la periferia della cittá è lunga e comicio a salire verso la cittá vecchia.
Dopo aver raggiunto la Plaza de San Pedro, noto la presenza consistente di mendicanti proprio dove si intravedono per la prima volta le torri della Cattedrale... uno scorcio pittoresco.
Ormai è fatta: alle 11.16 sono in piazza Obradoiro. Si entra di lato ma non con lo zaino: decido allora di ritirare la Compostella e di cercarmi un albergue... come gli antichi pellegrini si presentavano al Santo dopo essersi purificati lavando se stessi e gli indumenti in un rìo di Lavacolla, così pure io intendo fare con una calda doccia....

Rieccomi in strada: vado a presentarmi al Señor Santiago porgendogli il rituale abbraccio e depositando al suo cospetto le preghiere e le grazie che molte persone mi hanno chiesto di presentare... oltre ovviamente alle mie personali.. 


A dopo!

Santiago calling!

La mia idea era quella di partire per le 8.00, conderata la breve distanza, ma alle 6.00 ero giá in piedi con la mochilla sulle spalle...  Santiago calling!

Il sole non è ancora sorto anche se i galli giá se la cantano. Mi accompagna il solito venticello freddo.

mercoledì 1 aprile 2015

... Alla porta di San Giacomo

Parto molto presto sebbene sia giunto a meno di 40 chilometri da Santiago: una più che degna colazione a base di croissant gigante e due caffè...
Alle 07.30 esco dall'ospitalitá: è buio e fa freddo ma dopo pochi passi, come un motore giá rodato, impiego poco ad arrivare alla temperatura giusta.
Esco dalla cittá seguendo le fleche amarillas che si rincorrono sui marciapiedi: in poco tempo mi trovo in campagna con i soliti saliscendi.... da solo... nemmeno un pellegrino... boh..
Dopo un paio di chilometri e una bella salita da far scoppiare le coronarie, c'è una deviazione, forse temporanea, segnalata da una flecha verde.... sempre solo e mi viene il dubbio che ho sbagliato direzione.. invece dopo un pò vengo superato prima da tre ciclisti che venivano giù dalla collina sparati come razzi, poi da due pellegrini spagnoli e mi metto l'anima in pace.
Alla quarta o quinta collina vedo un bus su un sentiero: in alto alla mia destra... sembrava una balena spiaggiata dalla cui bocca uscivano i pellegrini vestiti da comunione.... mi guardo e osservo quelli che camminano da più giorni...sembravamo i reduci del Vietnam...
I pellegrini ben pettinati sono comunque pochi: credo che la decimazione dei giorni scorsi sia stata molto severa.
Il cammino di oggi è pieno di incontri: prima Marta, una ragazza spagnola piegata in due dalle ampollas, poi Rachel, di Madrid, che è partito per Santiago perchè tutti lo fanno, ma poi camminando ha scoperto la magia del cammino che per lui sta nella possibilitá di riflettere e conoscere meglio il proprio io interiore.... l'unico a chiedermi i motivi del mio pellegrinare.... ragazzo semplice e diretto ... È stato a Brescia e parla bene l'italiano: ricorriamo all'inglese solo per le parole più difficili.... Abbiamo parlato di tutto anche di calcio.. che belle risate quando abbiamo ricordato quando Sergio Ramos del Real Madrid fece cadere la Coppa del Re appena vinta sotto la ruota del bus che trasportava i galacticos... creando il Vassoio del Re!! (Che ridere.. io juventino e lui tifoso del Barça....ah ah). 
Poi è il tempo del pellegrino errante con mulo, anzi , come mi ha detto lui con asino....
La giornata è bella: la nebbiolina lascia il posto al sole e una gran varietá di fiori colora i bordi del sentiero.... le calle e le rose si gustano i raggi caldi lungo la calzada.
Il percorso è breve: c'è chi punta a Santiago per la sera e chi come me prende tempo per gustarsi gli ultimi passi...gli ultimi momenti...
Ho trovato alloggio a Pedrouzo: mancano 17/18 chilometri.... domani pranzerò a Compostella...
Sono sdraiato sul letto e penso alle persone conosciute, ai posti visitati ed a quanto è rimasto impresso dentro di me....e osservo pure chi cura le ampollas... è l'ultima notte sul Camìno, sul mio cammino.... ho giá il magone.

Vorrei non finisse mai ma ho voglia di tornare a casa.



martedì 31 marzo 2015

Alea iacta est!

Alle 07.30 mi scaravento giù dalla branda: una dormita favolosa nel mio sacco a pelo.... un dolce tepore ... visto da fuori sembro una larva.
In meno di 10 minuti mi preparo, faccio lo zaino e provvedo alla colazione, manco bisognasse correre per l'alzabandiera.
Usciamo fuori: è ancora buio ed una leggera nebbiolina avvolge ancora il paese. Muoviamo i primi passi ma sono ancora legato a Morfeo... oggi sará dura....lo sento a pelle.
Era nell'aria: da questa mattina io e il mio compagno di viaggio camminiamo separatamente. La cosa si è creata in cammino, non so bene come, ma oggi è sbocciata. Dunque cammini separati, il dado è tratto...
Quindici chilometri mi separano da Melide, la cittá che viene considerata il cuore della Galizia in quanto ne è il centro geografico.
Il percorso è semplice: saliscendi continui su sterrato, a volte fangoso, attraverso piccoli centri rurali ed enormi boschi di eucalipti.
Nonostante riesca facilmente a condividere due chiacchiere con pellegrini tedeschi e spagnoli, il cammino odierno lo trovo assai noioso: non aiuta certo il cielo coperto (oggi il sole non si è affacciato nemmeno per un minuto) nè la cappa di umiditá che fa sudare come spugne strizzate. Anzi devo aguzzare anche la vista in quanto le radici degli eucalipti, oserei dire molto subdolamente, attraversano il sentiero nascondendosi sotto il letto di foglie secche che fa da tappeto al sentiero stesso.... pensa che ruzzolone! Un particolare riconoscimento va alla Chiesa di San Giovanni a Furelos di Melide: cori lignei di alta fattura dedicati alla Passione.
Arrivato a Melide, la attraverso velocemente perchè non ho voglia di fermarmi molto: salto la visita alla pulperia più famosa della regione e mi fermo in una panaderia per un pranzo frugale... giá il tempo non aiuta ... figuriamoci camminare con un polpo che si muove nello stomaco!
Lascio la cittá per ripiombare nei boschi puntando ad Arzua: altri 15 km...ma sono appena le 13.00 quindi conviene continuare. A Boente entro nella chiesa di Santiago de Boente (appunto) e qui noto, oltre alla centralitá della statua di Santiago pellegrino quella di Santiago matamoros che, invece, è posta poco più in alto.
Prima di entrate ad Arzua, il centro più grosso della zona, devo superare due belle salite prima e dopo Castagneda e Ribadiso... una sudata che non vi dico.
Adesso riposo in branda, nel nuovo albergue: ho i brividi per lo sforzo e il viso brucia come se avessi la febbre. Tra qualche minuto però esco per farmi un giretto (defaticamento muscolare) e poi cena.

Alla prossima!

lunedì 30 marzo 2015

Sole... sole.. sole!

Mancano circa 90 chilometri alla cittá dell'Apostolo: non molti ed infatti mercoledì 1 aprile potremmo giá varcare il Portico della Gloria.

Mah.. non vi ho detto una cosa!.. Sicuramente lo sapete ma l'Apostolo Giacomo venerato a Compostella è il Maggiore, fratello di Giovanni, entrambi figli di Zebedeo e di Salome.. i così chiamati "boanerghes"...  i figli del tuono (per il loro zelo incredibile) ... da non confondere con San Giacomo di Alfeo, detto invece il Minore.

Dunque, dicevo di mercoledì: in realtá avevamo giá deciso di arrivare Venerdì Santo e pertanto apportiamo rapidamente gli opportuni aggiustamenti: anzichè percorrere 40 chilometri per giungere a Melide, decidiamo di fermarci a Palas de Rei, 15 in meno.
Alle 8 siamo in marcia: lasciamo l'ospitale, che sul Camìno si chiama albergue (da non confondere con i comuni alberghi per turisti che invece si chiamano hostales) e, dopo aver riattraversato l'invaso artificiale (l'embalse de Belesar) della cittá vecchia di Portomarìn, saliamo una ricca salita che ci tempera anima,  cuore e gambe... ne sentivamo proprio la necessitá!
La salita è comunque suggestiva per via della nebbiolina che ci circonda, ma ci accorgiamo che il sole si prepara ad uscire e anche con una certa prepotenza.
25 chilometri in mezzo a boschi di conifere intervallati da bellissimi pianori verdi con piante in fiore.
Oltre ai cinguettii ed alle farfalle, ci accompagna la dolce ed intonata voce delle doppiette dei cacciatori che saltuariamente fanno accenno alla loro leggiadra presenza.
La giornata è bella e mi metto in cabriolet: levo le gambe ai pantaloni e mi godo la passeggiata sotto un sole cocente che comincia ad asciugare l'umiditá nelle ossa (ricordate la neve di Foncebadòn e l'acqua de O' Cebreiro?)
I saliscendi sono continui e lungo il sentiero, che attraversa diverse volte la N547, si gustano con piacere i colori della natura e le soavi note olfattive che, con una certa regolaritá di centellinazione, si alternano tra la carruba matura, la paglia bagnata, il pane da forno e la porcilaia fangosa... respiro a pieni polmoni.... altro che vaccino antinfluenzale....
Procedo regolare nel mio cammino notando le prime defezioni tra i pellegrini dell'ultima ora (eh eh eh), colpiti soprattutto dalle ampollas (vesciche), nonostante affidino i loro zaini o addirittura i trolley ad omini che, con il loro furgone, li ritirano presso l'albergue del mattino per lasciarlo a quello della sera (ovviamente a pagamento!)....
Questa situazione è ben conosciuta anche dai tassisti della zona che, come condor rapaci, fanno su e giù per la statale aspettando la resa dei predetti pellegrini dell'ultima ora (ih ih ih)....
Insomma: alle 15 siamo a Palais de Rei e ci fermiamo all'albergue "da Benito": ci accoglie il responsabile che, pur con molta gentilezza, parla come una hostess mimando le cose da sapere prima del decollo.

A proposito da Sarrìa gli albergue (tranne quelli municipali dove rischi le cimici) fanno cartello: 10 euro x dormire mentre prima abbiamo assistito ad una concorrenza spietata  con prezzi al ribasso....

Il posto non dice molto... si salva la chiesetta in pietra di San Tirso.... peccato.

Stasera plato combinado! Dopo un breve giro della cittá (eufismo), mi siedo ad un tavolino a prendere il sole facendo riposare all'aria i piedini (45 il numero della scarpa)...e pettinandomi il pizzo che nel frattempo è cresciuto.